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Quando la Guardia Costiera Italiana ci ha trovato al largo delle coste libiche, il mio unico pensiero era chiamare Uka. Ero riuscita a sopravvivere giorni interi senza cibo né acqua, schiacciata tra decine di mani, teste, piedi, urla. E ora avevo stampato in testa solo quel numero di telefono, scritto su un biglietto che avevo ormai perduto. Se ero sopravvissuta al deserto e al mare, ero salva. Ora bastava chiamare Uka e tutto si sarebbe risolto.

Non esiste un solo modo di essere donna. Raccontateci come siete, cosa fate. Fateci vedere tutto ciò che lo stereotipo di genere non racconta. E invitate le vostre amiche a farlo. Taggate, condividete, nominate!

18 ottobre, incontro alla Camera con le associazioni impegnate nella lotta alla tratta degli esseri umani. L’intervento di On the Road

Il chirurgo pediatrico dal cuore d'oro in Concerto al Teatro Massimo di Pescara per supportare i progetti del Centro Train de Vie