La storia di Paolo, una storia a lieto fine.
Paolo lo abbiamo incontrato in strada.
Si stava sistemando per la notte in un gabbiotto passeggeri del binario 2, alla stazione di Pescara, quasi di fronte alla postazione fissa della Polizia. Ci disse che lo faceva “un po’ per sfida, un po’ per protezione”.
Paolo era una specie di Cheyenne del centro Italia: capelli lunghi, collane, bracciali, piume… Beveva 5 litri di vino rosso al giorno e di certo non disegnava altri alcolici se gli venivano gentilmente offerti.
La sua storia non la raccontava mai, della sua vita non sapevamo nulla. Sapevamo solo che era arrabbiato.
Seguiva delle regole tutte sue. Infatti a Train de Vie sceglieva di stendere i suoi calzini un po’ dove gli pareva. Era fatto così.
Un giorno aveva deciso di occupare l’Help Center.
“La notte fuori fa freddo!” diceva “è assurdo che il vostro centro diurno sia aperto solo di giorno!”
Forse aveva ragione. Così gli abbiamo dato le chiavi del Centro, dicendogli che se si fosse sentito pronto e capace, avrebbe potuto gestire le 80 persone che ogni giorno usufruiscono dell’Help Center.
Paolo in quel periodo non si fidava di nessuno. Ma noi, mettendoci al suo fianco, speravamo di diventare suoi amici e guadagnarci la sua fiducia. Alla fine il nostro metodo funzionò, Paolo ci ridiede le chiavi e da quel giorno in poi iniziammo a cercare, insieme, delle soluzioni.
Paolo amava scrivere. Al laboratorio di scrittura di Train de Vie dava il meglio di sé. Scriveva tantissime poesie, racconti, storie di strada. Iniziò anche ad aiutarci con uno spettacolo teatrale. Non come attore perché era troppo timido, ma come tecnico delle luci.
Per tutto il tempo che Paolo è stato con noi non gli dicemmo mai di smettere di bere: dopo quattro anni di vita di strada era diventato volitivo, ed era sempre molto convinto delle sue posizioni e delle sue scelte. Ma per gestire un compito così importante come quello del controllo delle luci di uno spettacolo, doveva essere sobrio. Quella fu la scintilla, perché da lì qualcosa in lui cambiò.
Fu Paolo a chiederci un aiuto per smettere di bere, ci ricordiamo benissimo il giorno in cui lo accompagnammo in clinica, quel primo passo che fece per essere accettato in una comunità.
Ammettiamo che forse eravamo più spaventati di lui.
Dopo un solo mese in clinica era già cambiato, era diventato il direttore ad honorem, l’amico di tutti con quel primo sorriso sincero che non scorderemo mai. Il percorso per il cambiamento era lungo ed era appena iniziato, ma Paolo aveva ritrovato il coraggio di portare avanti una decisione che non mollò mai. Ci iniziò a parlare della sua storia. Ci raccontò della figlia che non aveva potuto crescere e che non vedeva da tantissimi anni, del suo desiderio di recuperare il rapporto con lei e con i suoi familiari.
Dopo due anni di comunità, che non furono semplici, Paolo trovò lavoro come badante di una persona anziana e divenne anche un nostro valido ed apprezzato volontario. Ma la cosa più importante è che recuperò i rapporti con la famiglia, poté incontrare la figlia e stare con lei, passando insieme il tempo che durante quegli anni avevano perduto.
Paolo ora è libero.
Libero da quella strada che lo aveva bloccato in una condizione di continua sfiducia.
Libero dall’alcool che lo aveva anestetizzato.
Libero di vivere una vita serena, lavorando e dandoci un grande aiuto quando può.
Ci basta pensare a lui e tutto il nostro lavoro prende subito un senso.
È anche grazie al tuo aiuto che persone come Paolo riescono ad intraprendere una strada diversa, fatta di fiducia in sé stessi e negli altri, di forza di volontà ed autonomia, per poter finalmente vivere una vita libera.
È anche grazie al tuo aiuto che riusciamo a dare alle persone senza dimora gli strumenti necessari per trovare una via d’uscita.
Dona il tuo 5×1000 alla Cooperativa On the Road (CF 91009900670), scrivi insieme a noi #5×1000 storie a lieto fine.
Credits: foto tratta dallo spettacolo teatrale “Venditori di patate” nato dai laboratori teatrali dell’Help Center Train de Vie per le persone senza dimora di Pescara, regia di Lorenzo Marvelli
Illustrazione by Alessandro Schiavoni