È tempo di cambiare l’ordine delle cose

Migranti News

lunedì 05 Febbraio 2018

La sparatoria di Macerata e, prima ancora, l’incendio doloso ad una palazzina pronta ad ospitare rifugiati a Spinetoli non possono essere archiviate, come spesso accade, con una dichiarazione di stentata e stanca solidarietà. Questi fatti hanno la nostra condanna piena, ma sono le parole ad essere ormai stanche. Occorre che questi eventi ci facciano prendere coscienza, definitivamente, dell’urgenza di andare oltre la banale, spesso inascoltata, dichiarazione di condanna. Soprattutto di fronte a tristi ed impietosi applausi o strumentalizzazioni dei fatti, per noi indecenti ed indegni.

Dobbiamo invertire questa tendenza e lo possiamo fare solo insieme alle forze sane del nostro paese e della nostra Regione, mettendo al bando ogni possibile giustificazione e lettura di causa effetto tra la presenza degli immigrati e gli atti di criminali di cui sono vittime. Occorrono i fatti. Occorre intervenire immediatamente con azioni puntuali per ricostruire il senso e i vincoli delle nostre comunità locali in una regione, non ultima, come le Marche, dove tutto sembrava bello e “normale”.

Serve una forte riflessione da proporre ai decisori politici locali, in primis, alla Regione Marche e all’ANCI regionale, unitamente alle Prefetture, che permetta di analizzare le attuali politiche di gestione delle prime e seconde accoglienze (CAS e SPRAR) nel territorio regionale. È necessario coinvolgere le comunità locali per rafforzare la coesione sociale nei nostri territori dove ci sono insediamenti di richiedenti asilo e nei quali occorre lavorare insieme per rendere la presenza migrante una risorsa e non un problema. Serve un patto di comunità che permetta seriamente di sperimentare sul campo azioni positive di reciprocità. Analogamente, è indispensabile che i leader (politici, culturali) delle comunità si impegnino a rifiutare e combattere ogni deriva xenofoba e razzista, e promuovano una cultura partecipata dell’accoglienza.

In secondo luogo, va fatto un ragionamento sui fondi a disposizione della Regione che rafforzi fattivamente questo processo, a partire dai Fondi FAMI, e quindi anche all’interno di un maggiore impegno del Ministero dell’Interno nell’investimento in sostegno all’integrazione culturale, con azioni dirette anche alle comunità locali.

Infine, ci aspettiamo nasca un confronto serrato, anche a livello progettuale, tra le organizzazioni che nelle Marche gestiscono SPRAR e CAS a partire dalle criticità esistenti, per analizzare errori fatti e fornire ai decisori politici elementi che possano migliorare sensibilmente la governance dei fenomeni in oggetto.

Attendiamo risposte immediate ed operative per uscire da questo impaludamento indecente che mina fortemente il senso stesso del nostro essere cittadini.

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