Ma perché si accettano queste condizioni?
Lavorare per 11 ore al giorno per 450 euro al mese, in agricoltura o in fabbrica e dover pagare per farsi fare un contratto di lavoro. Ma perché si accettano queste condizioni?
La mancanza di vie di ingresso legali, che spingono lɜ migranti a dover pagare migliaia di euro ai trafficanti per lasciare il Bangladesh, un paese che sta letteralmente affondando a causa della crisi climatica, o la Nigeria e le terre intorno al delta del Niger che, ricche di petrolio, creano ricchezza per pochɜ e povertà per moltɜ, oltre a violenza e conflitti.
Un debito di viaggio che cresce mensilmente a causa di interessi usurai.
L’accoglienza in grandi centri che dopo tanti anni chiamiamo ancora “accoglienza straordinaria”, dove sono garantiti quasi solo il vitto e l’alloggio.
I permessi di soggiorno troppo spesso legati alla presenza di un contratto di lavoro.
On the Road può aiutare le persone sfruttate a fuoriuscire da condizioni di grave sfruttamento offrendo programmi di protezione, tutela legale ed integrazione, ma non riesce a raggiungere tuttɜ. Il reale contrasto al grave sfruttamento lavorativo dellɜ migranti implica una coscientizzazione della società, affinché la popolazione comprenda che gli accordi con Turchia, Tunisia, Libia, Albania, eccetera, oltre a comportare costi milionari, non arrestano i movimenti umani, ma li rendono più costosi e difficili, esponendo lɜ migranti a maggiori vulnerabilità e sfruttamento.
Per questo siamo sempre felici di partecipare agli eventi organizzati nelle scuole, in modo da poter raccontare il nostro lavoro a giovani studentɜ e continuare anche il lavoro di sensibilizzazione in luoghi così importanti per la formazione e l’incontro, per costruire concretamente ed insieme una società capace di rispettare la dignità di ogni essere umano, nella speranza che lo sfruttamento lavorativo diventi un tema relegato ai testi di storia e non più una realtà per lavoratorɜ migranti e italianɜ.