Nuovo Patto Migrazione e Asilo: un ulteriore passo indietro

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mercoledì 24 Aprile 2024

Mentre continuano le stragi in mare e le ONG, per quanto ostacolate, cercano di salvare vite umane, il parlamento Europeo ha recentemente approvato il Nuovo Patto Migrazione e Asilo, una riforma che illude di migliorare l’attuale sistema di gestione delle politiche migratorie continuando a costruire muri – reali, sociali, digitali – e perpetuando sistematicamente innumerevoli violazioni della dignità umana e dei diritti fondamentali.

Basti pensare alla proposta di redistribuzione dellɜ migranti, che sostanzialmente mantiene il sistema di Dublino, con la differenza che, se il paese di primo arrivo dichiara di essere sotto pressione, gli altri stati membri avranno l’obbligo o di accogliere un determinato numero di persone, o di non partecipare se non attraverso l’invio di personale o attrezzature tecniche. Invece che dare priorità al rafforzamento dei sistemi di protezione, investire in una accoglienza dignitosa, implementare percorsi di accesso legali in Europa, gli Stati, semplicemente pagando, andranno ad incrementare politiche di repressione, confinamento e limitamento all’accesso in Europa e alla libertà di movimento.

Oppure le procedure d’asilo: una tradizionale, che richiede diversi mesi, e una procedura accelerata, alle frontiere, che durerebbe al massimo 12 settimane – sappiamo già che non sarà così – e che verrà applicata con più facilità con lɜ migranti che sono consideratɜ “pericolosɜ per la sicurezza europea”, cioè per quelle persone che provengono da paesi considerati sicuri. Una scelta, questa, arbitraria di ogni paese: ad esempio, l’Italia ha inserito la Nigeria, paese da cui proviene il maggior numero di persone vittime di tratta di esseri umani, tra i Paesi sicuri. Nel caso in cui la richiesta asilo venisse rifiutata, lɜ migranti dovranno essere espulsɜ nel paese di origine – saranno davvero espulsɜ, vista la mancanza di accordi e visti i costi? Oppure, dopo il tempo massimo di trattenimento, permarranno irregolari sul territorio o verranno imprigionatɜ nei CPR? – o in un paese terzo, in base agli accordi che verranno stipulati.

Oltre ad un accesso limitato alla sicurezza, personale e giuridica, questa procedura comporta un ulteriore peggioramento delle già gravi condizioni nei Centri per il Rimpatrio (CPR) e un rafforzamento della dipendenza dell’Unione Europea dagli stati terzi per la gestione della migrazione. Per non parlare del grave venir meno al principio di non respingimento che è alla base del diritto internazionale.

I vari decreti immigrazione varati negli ultimi anni e l’approvazione del Nuovo Patto Migrazione e Asilo, ci mostrano la volontà degli Stati – sordi alle richieste e alle proposte di realtà che lavorano con e per le persone migranti – di fare passi verso una repressione, un conservatorismo cieco e una logica di profitto, invece che verso la tutela dei diritti umani e della libertà di movimento di ogni singolə individuo in cerca di un futuro differente. In cerca di protezione.

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