Quando la memoria non è un ricordo – Giornata della Memoria, 27 gennaio 2020

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lunedì 27 Gennaio 2020

Le grandi tragedie del passato (di tanti passati senza dubbio, dalle crociate ai mercati degli schiavi, dalle guerre continue perpetrate lungo i secoli alle situazioni contemporanee di conflitto vissute nei Paesi più poveri o maggiormente appetibili per ricchezze naturali) si concentrano oggi nella celebrazione di un evento paradigmatico della follia degli uomini: la Shoah.

Mi piace che sia chiamata Giornata della Memoria e non del ricordo, perché la memoria rappresenta una rielaborazione di tanti ricordi. Ricordi che vengono costantemente rivisitati e rivissuti in un’ottica di inveramento di culture, pratiche e valori che possano impedire la nascita di forme di razzismo, di xenofobia, di violenza, di svilimento dell’humanum, che hanno portato alla tragedia nazista e fascista: l’olocausto di ebrei, rom, dissociati e dissidenti di quel tempo.

Non dimentichiamo il motivo per cui è importante la memoria, non solo in questa giornata. Oggi stiamo vivendo situazioni davvero preoccupanti in tal senso. Si sta strutturando una cappa di arroganza e di violenza, con un grande disprezzo per i poveri, per i vulnerabili, per le persone migranti. La cosa più preoccupante è che questa violenza è agita non dalle cosiddette classi agiate ma dai cosiddetti penultimi, dai gruppi popolari che hanno conosciuto e conoscono bene il malessere e che dovrebbero avere più comprensione e capacità di accoglienza.

Ricordare ci aiuta a combattere contro il dilagante revisionismo che perpetra la nostra società e che ci fa dimenticare l’importanza di rimanere umani. Questa rottura davvero epistemologica ci chiede oggi di valorizzare, a livello etico, il senso della memoria, dandole una dimensione di costante impegno quotidiano a favore di una cultura dei diritti e della dignità per tutte le persone che vivono nelle nostre comunità.

Più di 10 anni fa la Cooperativa On the Road avviò un centro diurno di bassa soglia per le persone più vulnerabili del territorio pescarese, che prese l’emblematico nome di “Train de Vie”.

Train de Vie – un treno per vivere” è un film tragicomico del 1998 diretto da Radu Mihăileanu: una sera del 1941, in un villaggio ebraico dell’Europa dell’Est, Schlomo, una persona folle, fa ritorno con la notizia di un imminente arrivo dei tedeschi. Tutti gli abitanti decidono allora di organizzare un falso treno di deportazione per sfuggire ai nazisti, ricoprendo tutti i ruoli necessari, dagli ebrei fatti prigionieri, ai macchinisti, e agli stessi nazisti in divisa, sia ufficiali che soldati, per fare ritorno alla Terra Promessa.

Il film è paradossale, come è paradossale la tragedia della Shoah, ma riesce egregiamente a mettere in scena gli effetti disumanizzanti dell’ideologia e del potere sull’individuo, mostrando come una commedia possa essere più tragica della tragedia stessa.

Attraverso il lavoro quotidiano al fianco delle persone più escluse, prende senso l’immagine di questo Treno che corre “lanciato a bomba contro l’ingiustizia” (per parafrasare F. Guccini nella sua fantastica canzone “la Locomotiva”) e che rappresenta bene anche la nostra storia.

Ogni giorno ricordiamo quanto sia importante non dimenticare, rimarcando l’importanza della solidarietà verso ogni essere umano, di qualsiasi credo religioso, orientamento sessuale e provenienza geografica.

Non dimenticate mai,
Buona Giornata della Memoria,

Vincenzo Castelli
Presidente della Cooperativa Sociale On the Road

 

Foto di Markus Spiske

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