10 anni di Train de Vie
Abbiamo iniziato questa avventura che molti vedevano come un esperimento folle e di breve durata, dieci anni fa aprendo le porte di uno spazio vuoto dietro alla stazione di Pescara. Oggi, quello stesso spazio vuoto, trabocca di vita e di traiettorie che si intersecano creando strade nuove e percorribili. Anno dopo anno siamo entrati nel tessuto della città di Pescara, nel suo underground, nei suoi giacigli nascosti e nei suoi non luoghi, nel tentativo di portare una voce nuova e una possibilità diversa.
Essere parte della strada ci permette di ascoltare con chiarezza le grida di chi non ha più voce, di guardare al dì là delle apparenze, delle criticità e ci fa essere “duri senza mai perdere la tenerezza”, come diceva Ernesto Che Guevara.
Noi non salviamo la vita delle persone, non siamo degli eroi o delle eroine, ma siamo essere umani che vedono nell’altro una risorsa, che hanno voglia di dare una possibilità a chi non ci spera più
Con Train de Vie parlare esclusivamente di un servizio alla persona che oggi compie gli anni è riduttivo. L’Help Center è divenuto casa per centinaia e centinaia di persone in difficoltà e ha rappresentato una porta sulla strada dove chiunque può sentirsi accolto e ascoltato. È stato, ed è ancora oggi, l’unico spazio accessibile per chi non ha altri luoghi, per chi non riesce più a percepire qualcosa che gli appartiene veramente, per chi è rimast* sol*. In questi 10 anni in tant* sono stat* al nostro fianco fino all’ultimo giorno della loro vita e, a volte, per sostenere i tanti pesi di queste vite interrotte la forza necessaria sembra non essere abbastanza.
Noi non salviamo la vita delle persone, non siamo degli eroi o delle eroine, ma siamo essere umani che vedono nell’altro una risorsa, che hanno voglia di dare una possibilità a chi non ci spera più nelle possibilità. In un anno come il 2020, dove la pandemia da Coronavirus ha cercato di bloccarci e di far entrare in noi la paura dell’altro, non abbiamo fatto nessun passo indietro, anzi, siamo tornat* alla base, alle fondamenta della prossimità, ed abbiamo ricostruito un nuovo modo di essere vicini, presenti e di non lasciare nessuno indietro.
Dalla strada abbiamo creato un ponte di prossimità che arriva dentro un centro di accoglienza. Oggi questo ponte prosegue il suo percorso arrivando in 4 case dove ex persone senza dimora ricostruiscono, giorno dopo giorno, una vita dignitosa. Forse abbiamo chiuso un cerchio, ma siamo pronti a chiuderne altri e altri ancora.
In 10 anni abbiamo avuto 90738 accessi.
132496 persone hanno usufruito dei nostri servizi a bassa soglia come doccia, colazione, deposito bagagli e documenti, ricarica di dispositivi elettrici, utilizzo di apparecchiature telefoniche ed elettroniche e lavanderia.
Durante le uscite dell’Unità di StradaUnità Mobile L’unità mobile, o unità di strada, è un servizio di emersione che si caratterizza per la proattività dell’intervento offerto. L’equipe multidisciplinare, attraverso lo sportello mobile itinerante, raggiunge i target vulnerabili nei relativi contesti di lavoro e/o di vita, offrendo loro servizi finalizzati alla riduzione delle conseguenze associate alla condizione di fragilità e a favorirne l’eventuale fuoriuscita, abbiamo consegnato beni di prima necessità, come pacchi alimentari, indumenti, prodotti per l’igiene personale e coperte, a 9637 persone senza dimora.
1711 sono le persone che abbiamo preso in carico: 373 donne, 1336 uomini e 2 persone transessuali. Il 31% Italiani, il 33% dall’Unione Europea (nazionalità prevalente Rumena), il 27% di Paesi Terzi e l’8% non rilevato. Di loro, il 52% ha un’età compresa tra I 30 e I 49 anni, mentre il 25% tra i 18 e i 29.
Ogni stanza, ogni attività, ogni laboratorio racconta un momento di vita intenso di una persona in difficoltà, che oggi ci fa ricordare momenti estremamente complessi, ma anche enormi risultati
Dal 2017 ci occupiamo di gestire uno spazio messo a disposizione dall’ente comunale per il rifugio delle persone senza dimora nei periodi più freddi dell’anno.
Il primo anno abbiamo accolto in totale 118 persone.
Nel 2018 sono state 135.
Nel 2019 invece 149.
Quest’anno affronteremo una sfida duplice, sia contro la morsa del freddo che contro il corona virus, e il 15 dicembre apriremo uno spazio rifugio che potrà accogliere le persone senza dimora rimaste fuori da accoglienze strutturate.
Cosa ci ha reso diversi dai classici servizi rivolti alla marginalità?
Il sorriso, la vicinanza, l’astensione del giudizio e la voglia di esporci in prima persona. Ma anche e soprattutto la professionalità. Abbiamo superato i concetti di assistenza e di beneficenza e ci siamo lanciati nell’aiuto all’autonomia e nella sussidiarietà. In noi il DNA di On the Road ha solidificato le idee di promuovere e produrre attività innovative per essere sempre pronti ad affrontare i cambiamenti di una società che sempre di più mette alla porta chi resta indietro. Ogni stanza, ogni attività, ogni laboratorio racconta un momento di vita intenso di una persona in difficoltà, che oggi ci fa ricordare momenti estremamente complessi, ma anche enormi risultati. Che oggi ci fa pensare che i grandi sforzi compiuti hanno avuto un senso.
Siamo figli e figlie di On the Road.
Siamo figli e figlie di una realtà che ha deciso di combattere al fianco dei più vulnerabili, degli esclusi.
Per noi non esistono invisibili, esistono solo persone che si sceglie di non vedere.
Un abbraccio e un grazie a tutte le persone che hanno vissuto e hanno aiutato lo sviluppo di questa avventura.
Lo staff dell’Help Center Train de Vie